Usiamo l’espressione “stringere i denti” per riferirci allo sforzo con cui affrontiamo le avversità della vita quotidiana. È un incitamento che tutti noi ci siamo sentiti dire almeno una volta. Ed è il modo con cui il nostro corpo reagisce a una sofferenza fisica e psichica. Quando serriamo i denti, la nostra mandibola si contrae, così facendo aumenta la tensione dei muscoli del collo e la forza sviluppata.
Lo stesso meccanismo si scatena inconsciamente sotto stress: stringiamo la mandibola per “farci forza” con un movimento continuo e compulsivo; ma in questo caso cosa succede ai nostri denti?
Attivare il massetere continuamente provoca numerosi problemi. Il primo è un’ipertrofia di quest’ultimo, il quale si infiamma e crea dei trigger point a livello della sua inserzione nella fascia temporale; il dolore provocato è lo stesso che si avverte alle dita quando portiamo dei sacchetti molto pesanti.
Il secondo è l’erosione dei denti, il nostro tavolato occlusale si consuma determinando una perdita di dimensione verticale; se i nostri molari si abbassano, il condilo della mandibola spinge nella fossa determinando un fastidio simile a quello che avvertiremmo se qualcuno ci puntasse tutto il giorno una penna sul braccio.
Questi movimenti di serramento avvengono inconsciamente anche quando sbattiamo i denti nel sonno e possono determinare anche il digrignamento notturno. È importante intercettare questo problema, che è sempre più in aumento tra la popolazione tanto da essere considerata la patologia odontoiatrica del futuro. Per fare questo è sufficiente una visita e l’applicazione di una mascherina (byte) che rialzi i denti posteriori in maniera che il condilo non possa più spingere nell’articolazione.
Il mancato trattamento di quest’abitudine può comportare cefalee, mialgie, perdita del sonno, dell’appetito e inoltre può provocare l’erosione dentale.
Buon sorriso a tutti.
Dr. Guido Picciocchi
Dr. Luca Dalloca