Paura del dentista?

Paura del dentista?

Vivere n°21:

Cari lettori, oggi affronterò insieme a voi un problema che purtroppo colpisce ancora una buona parte della popolazione: la paura del dentista. È vero che fortunatamente questo fenomeno va scemando con le nuove generazioni, ma è altrettanto vero che un’ampia categoria di adulti ne soffre in maniera deabilitante.
Normalmente gli stati ansiosi e fobici nascono da esperienze negative vissute nell’infanzia. Questa è la ragione per cui qualsiasi trattamento odontoiatrico e medico importante durante questo periodo deve essere proposto con estrema professionalità e delicatezza. Un approccio sbagliato rischia di traumatizzare il bambino per il resto della vita. La ragione per cui ci troviamo con un vasta categoria di adulti con questa paura è probabilmente dovuta proprio alle tecniche un po’ ortodosse usate nel passato. Sono ormai alcune decine di anni che l’odontoiatria pedodontica (dei bambini) si è notevolmente evoluta e presta proprio particolare attenzione all’aspetto psicologico per prevenire questi disagi. Un corretto approccio fidelizza il bambino, lo rende fiducioso.
A quel punto andare dal dentista diventa un’abitudine scadenzata senza problemi. Attenzione che oltre all’approccio corretto da parte del dentista è molto importante anche il comportamento e l’esempio dei genitori. I bambini sono spugne nell’apprendimento. La sera prima dell’appuntamento col dentista, un genitore dovrebbe evitare di esordire con frasi poco felici come “cavoli domani devo andare dal dentista chissà che male sentirò”. Questo comportamento è decisamente poco educativo, soprattutto trasmette l’ansia al bimbo e nel momento in cui avrà bisogno di una visita odontoiatrica non possiamo meravigliarci se troveremo un atteggiamento poco collaborativo.
Per gli adulti ormai fobici e traumatizzati è necessario un procedimento rieducativo per riconquistare la loro fiducia. Razionalmente non c’è realmente più nessuna ragione per aver paura di sentire male dal dentista, le tecniche anestesiologiche garantiscono qualsiasi trattamento esente da dolore, da quelle più conservative come igiene e otturazioni a quelle più invasive come estrazioni o l’inserimento di impianti. Le fobie sono però irrazionali ed il processo rieducativo consiste in un approccio dolce di rinforzo positivo. Inizialmente è preferibile trattare sotto sedazione (protossido di azoto) questa tipologia di pazienti.
In questo modo si abbassa la soglia di vigilanza e diventa più semplice approcciarli. Dapprima con terapie poco invasive, poi, man mano che il paziente acquista fiducia, si possono iniziare terapie anche più importanti. Normalmente dopo alcune sedute (tra 4 e 10) il paziente è in grado di affrontare le terapie odontoiatriche anche senza l’ausilio della sedazione. La fobia non è sconfitta, ma il paziente ha acquisito consapevolezza razionale che il dentista non fa sentire dolore, e quindi riesce a contenerla. È importante che il paziente sia visto con regolarità almeno quadrimestrale, perché la fobia tende a ripresentarsi quando trascorre troppo tempo tra gli intervalli delle sedute. Se vogliamo invece affrontare il problema in maniera radicale è necessario l’aiuto di specialisti, come psicoterapeuti, professionisti dell’ipnosi o della programmazione neurolinguistica, che lavorano nella sfera psicologica. Mi rendo conto che per questa tipologia di pazienti trovare il coraggio di prenotare il primo appuntamento è uno sforzo di grandi proporzioni, ma ricordate che prima si affrontano i problemi più sono di facile soluzione.

Buon sorriso a tutti.