Cari lettori anche in questo numero parleremo di problemi legati all’infanzia e di conseguenza cedo la parola alla nostra pedodonzista D.ssa Laura Balocchi.
Un pediatra lo consiglia, l’altro no, uno lo fa assumere tutti i giorni per anni, un altro lo demonizza. Perché c’è chi sostiene che è tossico anche a piccolissime dosi, modifica il comportamento dei bambini, ed è solo un prodotto di scarto industriale riciclato per panacea. Risultato: i genitori, che sentono il peso della scelta per la salute dei loro bimbi, sono sempre più confusi. In questa babele di informazioni sicuramente un punto fermo per un medico è costituito dalle Linee Guida del Ministero della Salute italiano che inserisce la fluoroprofilassi in un più ampio approccio alla prevenzione primaria della patologia cariosa.
Il fluoro è una sostanza che in natura si trova in concentrazioni variabili ma significative nell’acqua, nel the e nel pesce, in alcuni tipi di sale, in alcune caramelle e chewingum, nei dentifrici ed è addizionato in alcune acque potabili degli acquedotti.
Una volta ingerito si fissa nelle ossa e nei denti in formazione sostituendosi agli ioni Calcio formando idrossifluorapatite che è una sostanza che rende le corone dentarie più resistenti all’attacco acido dei batteri della carie.
Il punto è definire esattamente quali bambini debbano integrare il loro apporto di fluoro, la dose necessaria, il momento esatto della somministrazione e la via (sistemica e/o locale).
Prima di tutto l’odontoiatra deve individuare il reale rischio di carie associato ad ogni bambino, definire l’esattta dose di fluoro assunta durante la giornata con la dieta e con l’accidentale ingestione per esempio di dentifricio e solo se necessario integrare. L’integrazione sistemica avviene tramite l’assunzione di pastigliette o gocce a partire dai sei mesi di vita fino ai 12 anni, per tutto quel tempo durante il quale i denti sia da latte sia definitivi sono in formazione. Successivamente all’eruzione del secondo molare definitivo (12 anni) l’assunzione sistemica diventa del tutto inutile.
Per i dosaggi il Ministero consiglia di attenersi a quelli dell’American Academy of Pediatrics, American Academy of Pediatric Dentistry e dell’American Dental Association, definiti a seconda della concentrazione di fluoro nell’acqua bevuta durante il giorno e misurati per ottenere elevati benefici e ridurre i rischi di sovradosaggio e di fluorosi.
Piccole accortezze: non somministrare mai il fluoro insieme al latte che ne altera l’assorbimento. Non far utilizzare ai bambini dentifrici fluorati prima dei tre anni e cioè fino a quando non gestiscano bene la deglutizione. Dai sei anni in avanti, con l’inizio dell’eruzione nel cavo orale dei denti permanenti, è molto utile l’applicazione professionale locale di fluoro tramite gel e lacche. Il fluoro ha infatti una azione tossica diretta sui batteri alterandone il metabolismo e inverte il processo di demineralizzazione dei tessuti duri eventualmente già in corso.
Ultima puntualizzazione: il fluoro da solo non può tutto. La prevenzione della carie si effettua con una riduzione degli zuccheri ingeriti, con l’igiene costante, con le sigillature e affidandosi alla professionalità del vostro dentista di fiducia.
Buon sorriso a tutti! ■