Vivere n°11: Odontoiatria “microinvasiva”

Vivere n°11: Odontoiatria “microinvasiva”

In odontoiatria, come in qualsiasi altra disciplina medica, meno invasivo è il trattamento terapeutico e più benefici ne trae il paziente. Mantenere struttura biologica ed anatomica deve essere la preoccupazione primaria di ogni medico durante lo studio del piano di trattamento.
Quando si interviene si è spesso costretti a sacrificare ulteriore tessuto biologico e di conseguenza sono preferibili trattamenti che siano non solo risolutivi ma anche più duraturi possibile.
L’obbiettivo è quello di conservare il patrimonio biologico anatomico naturale che è programmato per durare tutta la vita. Il miglior metodo per ottenere questo risultato è naturalmente la manutenzione quotidiana con le corrette tecniche di igiene orale (spazzolini, fili interdentali, dentifrici, collutori fluoroprofilassi, etc.). È luogo comune e completamente erroneo pensare che il decorso odontoiatrico naturale di un individuo sia quello di arrivare a dover portare una protesi mobile (dentiera). La vita di un dente si può dividere per fasi: fase 1, dente sano vergine; fase 2, dente con piccola otturazione; fase 3, dente con grossa otturazione; fase 4, dente con intarsio (ricopertura parziale); fase 5, dente con corona (ricopertura totale); fase 6, dente devitalizzato con corona; fase 7, dente devitalizzato con perno e corona; fase 8, estrazione (perdita dell’elemento dentale). È ovvio che più lento è questo percorso e più l’elemento dentale è destinato a durare nel tempo. Ancor meglio sarebbe mantenere i denti in salute liberi da qualsiasi tipo di restauro, cosa oggi facilmente ottenibile con un buon programma di prevenzione. Per quanto riguarda le ricostruzioni ed i restauri solo per fattori estetici è ancor più vero il principio di conservare quanto più possibile struttura anatomica, perché spesso stiamo lavorando su parti di dente sano.
Proprio in questo ambito entra di competenza l’odontoiatria micro o completamente non-invasiva.
Di questa categoria di restauri fanno parte le “faccette” (ricopertura parziale solo del lato esterno del dente con limatura di circa 3 decimi di millimetro dello smalto) o addirittura le “additional veneers” (aggiunta di piccole parti di ceramica senza nessun tipo di limatura). Ovviamente queste ultime sono da preferirsi in quanto non si sacrifica nessuna struttura anatomica, ma si possono utilizzare solo quando il difetto può essere corretto in addizione e non in sottrazione. Nelle figure qui accanto potete notare come si è riusciti a correggere lamorfologia appuntita dei denti naturali rendendoli più gradevoli solo con l’aggiunta di piccoli pezzettini di ceramica (additional veneers). Ricordatevi che il sorriso è responsabile per il 60- 70% dell’aspetto dell’intero viso e a volte piccole correzioni possono fare grandi differenze.

Buon sorriso a tutti.