Vivere n°39: La vita dei denti

Vivere n°39: La vita dei denti

La natura ci ha consegnato due dentizioni, una decidua ed una permanente, che dovrebbero essere sufficienti per tutto l’arco della nostra vita anche se avessimo la fortuna di vivere molto a lungo, a patto naturalmente di una buona prevenzione quotidiana (igiene). È veramente un luogo comune credere che il naturale decorso della vita dentale di un individuo sia quello di arrivare alla fatidica dentiera. A volte, per curarli, siamo comunque costretti a chiedere aiuto al nostro dentista e da questo momento inizia un percorso accelerato di invecchiamento dei nostri denti. Qualsiasi materiale venga utilizzato per ricostruire la parte di dente che ha avuto bisogno di cure ha una durata limitata che può variare da qualche anno ad alcune decine di anni. L’obiettivo è quello di ricostruire il dente nel materiale più longevo per intervenire nel tempo il meno spesso possibile. Sembra incredibile ma purtroppo ancor oggi siamo costretti a notevoli compromessi tra estetica e durata. Il materiale più longevo è ancora il vecchio buon oro, un restauro ben eseguito con questo materiale, in una bocca con ottima igiene, può durare anche alcune decine di anni (30/50), ma esteticamente pochi sono disposti ad accettare un dente giallo oro, sappiate però che qualsiasi altro materiale estetico ha una durata decisamente inferiore.
Il materiale estetico più longevo a disposizione è certamente la ceramica, ma un intarsio in questo materiale, per quanto ben fatto, non riuscirà ad avere una precisione tale alla brunitura dello stesso restauro in oro ed è quindi attendibile che dopo 10/15 anni possa infiltrarsi ed abbia bisogno di essere sostituito. Ogni qual volta si interviene si è spesso costretti ad ingrandire il restauro sacrificando parte di dente ancor sana e questa è la ragione per cui la vita del dente si accorcia. Si parte da un dente sano, poi al dente con otturazione, in seguito al dente con un intarsio, poi al dente con una corona, ed infine al dente devitalizzato con una corona dopo il quale saremo purtroppo costretti ad estrarlo. Naturalmente ho semplificato molto il processo, ma è per darvi un’idea di quanto sia importante scegliere il giusto compromesso tra estetica e longevità dei materiali che vengono utilizzati per i restauri dei nostri denti. Il composito (resina bianca per otturazioni) è il materiale con la minore durata; essendo una resina, e quindi avendo una matrice organica, con il tempo si consuma, si scurisce e durante l’indurimento ha una contrazione. Maggiore è la massa da ricostruire con il composito e maggiore è la sua retrazione di conseguenza peggiore è la sua precisione. Il composito è quindi consigliato solo per le otturazioni piccole ed è comunque un materiale che ha un’aspettativa di durata di circa 5/10 anni. La vecchia amalgama (otturazione in argento) ha invece la capacità intrinseca di espandersi e quindi di sigillare il margine in maniera ottimale, questa è la ragione per cui otturazioni con questo materiale possono durare anche decine di anni (20/40).
L’amalgama, espandendosi, può a volte fratturare parti di smalto troppo deboli preservate erroneamente dal dentista durante l’esecuzione del restauro, necessita quindi del sacrificio di più parte di dente sano ed è purtroppo ormai bandita in molti Paesi europei per il suo contenuto di mercurio. Nel nostro Paese è vietata nei bambini. Concludendo, il miglior materiale odontoiatrico da restauro, in quanto a longevità, è ancor oggi il vecchio e buon oro; peccato non sia considerato anche estetico come un anello od un braccialetto.

Buona sorriso a tutti